Dal 10 gennaio 2022 una nuova attesa fiction in prima serata dal titolo Non mi lasciare. La nuova serie tv di RaiUno che vedrà protagonisti un’inedita coppia di attori, già molto amati dal pubblico televisivo: Vittoria Puccini e Alessandro Roja.
Non mi lasciare: la nuova fiction della coppia Puccini – Roja
L’attrice torna sulla rete ammiraglia della tv di Stato dopo il grande successo de la Fuggitiva. Questa volta presta il volto al personaggio di Elena Zonin, un vicequestore che lavora a Roma ed è specializzata in crimini informatici, soprattutto quelli che coinvolgono i minori. Un nuovo caso la porterà a Venezia, la città della sua giovinezza.
E sarà proprio la laguna, eternamente romantica, a farle riaffiorare alcuni ricordi. Qui incontrerà Daniele (Alessandro Roja) il suo grande amore di allora. Il detective nel film è il marito della sua migliore amica Giulia, interpretata da Sarah Felberbaum. Elena e Daniele lavoreranno insieme sullo sfondo di Venezia, come del Polesine. Luoghi che mescoleranno crimini e sentimenti. Nella trama non mancherà l’azione con la caccia ad un fuorilegge che rapisce minori per produrre materiale pedopornografico.
Le prime immagini della serie televisiva sono state presentate in anteprima lo scorso 5 settembre 2021, proprio durante la 78esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.
Intervista esclusiva a VelvetMAG dei protagonisti di Non mi lasciare: Vittoria Puccini e Alessandro Roja
Chi è Elena Zonin in Non mi lasciare?
V: Elena Zonin è il mio personaggio. Un vicequestore di polizia che indaga sui crimini informatici. In particolare su una rete criminale che rapisce bambini per creare materiale pedopornografico e rivenderlo in aste online. Parliamo di un tema molto forte, importante, che va raccontato, perché molti ragazzi oggi fanno un uso spropositato del web. Ed è bene che sappiano che possono esserci nascosti dei pericoli importanti. Il web va utilizzato in maniera intelligente e sicura.
Non mi lasciare è una storia avvincente, perché Elena è una donna coraggiosa, determinata, che vuole assolutamente riportare a casa questi ragazzini scomparsi tra le braccia dei loro genitori. Penso che sia una trama che terrà gli spettatori col fiato sospeso. Poi, c’è nella storia una parte sentimentale ed emotiva importante nel rapporto con gli altri protagonisti della serie, come Alessandro Roja e Sarah Felberbaum. Si crea un intreccio tra i personaggi, molto interessante. La serie l’abbiamo girata a Venezia. Una città meravigliosa che dà una ricchezza incredibile alla serie, come set e non solo.
Perché secondo lei, Vittoria, la serie piacerà al pubblico a casa?
V: Perché racconta di personaggi coraggiosi, determinati, empatici che manifesteranno anche fragilità importanti. E sono imperfetti, come d’altronde lo è ognuno di noi.
L’arrivo di Elena Zonin a Venezia porterà Daniele a rivedere la sua vita professionale, ma non solo.
A: Daniele è un detective. In questa storia inizia un’indagine e segue le linee guida e le procedure che richiede la prassi. In qualche modo sia il suo carattere, che la modalità di azione, non portano al risultato che vorrebbe. L’arrivo della protagonista, che è interpretata da Vittoria Puccini, per Daniele rappresenta qualcosa di più del semplice lavoro nel presente, perché proviene appunto dal suo passato. Poi lei arriva da superiore, e ribalta con la propria metodologia il suo punto di vista. Chiaramente, come succede con tutte le rivoluzioni o le situazioni più importanti e complicate, non verrà accettato con facilità.
Come si è preparato per interpretare un personaggio che nella fiction rappresenta un’autorità nazionale impegnata ad indagare in una realtà così delicata come è la pedopornografia?
A: Ciro Visco, il regista, c’ha tenuto fin dal principio a lavorare sui casi, sulla fase familiare, quella intima. Con Sarah Felberbaum abbiamo un rapporto di coppia con due figli e uno in arrivo. Daniele e il personaggio che interpreta Sarah, lavorano nello stesso ambito. Nella storia si sottolinea la quotidianità del lavoro, ma anche l’arrivo del personaggio di Vittoria. Un grosso aiuto mi è stato dato dalla polizia di Venezia. Si trattava di essere poliziotti e non in una visione generica, ma ben integrata nel posto.
Per quanti mesi siete stati a Venezia per girare la fiction?
A: Molto, più di due mesi. Fa un effetto incredibile questa città. Ad oggi non c’è stato un posto che mi ha fatto questo effetto, tant’è vero che mi sembra di esser tornato a casa. Credo che questo luogo abbia qualcosa di inspiegabile nella sua unicità. La sua acquaticità. La sua bellezza ineluttabile. Poi ripeto, noi l’abbiamo vissuta per tanto tempo e intensamente anche. Abbiamo girato tutto tra i confini di Venezia, molto in acqua, d’inverno e col freddo durante il lockdown, quindi in una Venezia altrettanto particolare. Si è creato qualcosa durante la produzione della serie, una chimica che ha dato una continuità di gruppo, ed è importante che ciò avvenga.
LEGGI ANCHE: Federico Palmaroli: “Più hai sofferto, più sarai capace di far ridere”. Parola di “Osho”