Emilio Solfrizzi è “Il malato immaginario” di Molière al Teatro Duse di Bologna
Lo spettacolo con regia di Guglielmo Ferro è in scena dal 14 al 16 gennaio nella città felsinea
Emilio Solfrizzi torna a calcare le scene del Teatro Duse di Bologna dal 14 al 16 gennaio 2022. Lo spettacolo è fruibile venerdì e sabato alle ore 21 e domenica alle 16. Solfrizzi vestirà i panni del celeberrimo ipocondriaco Argante, protagonista del capolavoro di Molière Il malato immaginario. Con la regia e l’adattamento di Guglielmo Ferro, lo spettacolo è realizzato in collaborazione con il Teatro Quirino Visconti-Gassman. Lo spettacolo si avvale dei costumi di Santuzza Calì, le scenografie di Fabiana Di Marco e le musiche di Massimiliano Pace.
Il malato immaginario di Molière torna in scena con Emilio Solfrizzi
“Il teatro come finzione, come strumento per dissimulare la realtà, fa il paio con l’idea di Argante di servirsi della malattia per non affrontare i dardi dell’atroce fortuna“: così Guglielmo Ferro, introduce lo spettacolo di cui firma adattamento e regia. Con protagonista Emilio Solfrizzi, l’opera di Molière porta in scena il paradosso tragicomico di un uomo che “ha più paura di vivere che di morire”. E in questa fuga dall’esistenza – così contemporanea al giorno d’oggi – la malattia rappresenta il modo più semplice e creativo per scappare “dai problemi, dalle prove che l’esistenza ti mette davanti“.
Come precisato dal regista, inoltre, la scelta di Solfrizzi come protagonista della commedia non è casuale. Come dichiara lo stesso Ferro, infatti, è necessario precisare che “la tradizione, commettendo forse una forzatura, ha accomunato la malattia con la vecchiaia, identificando di conseguenza il ruolo del malato con un attore anziano o addirittura vecchio”. Leggendo più attentamente l’opera e l’intento dello scrittore, però, ci si accorge del contrario.
La comicità che abbraccia “il rifiuto dell’esistenza”
Nell’elaborare Il malato immaginario Molière scrive per se stesso, quindi per un uomo che ha circa cinquant’anni. Di certo un’età molto avanzata per il tempo, ma che non rappresenta di per sé la chiave per interpretare la commedia. Come precisato dal regista Ferro: “Per queste ragioni un grande attore dell’età di Emilio Solfrizzi potrà restituire al testo un aspetto importantissimo e certe volte dimenticato: il rifiuto della propria esistenza”.
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La comicità di cui è intrisa l’opera di Molière è esaltata maggiormente dall’esplosione di vita che circonda il protagonista Argante. Quest’ultimo, da “malato immaginario” quale è, si dedica alla sua fuga dalla vita, attraverso il ricorso ad improbabili cure mediche. Così un tema delicato come il rifiuto dell’esistenza si snoda attraverso situazioni esilaranti e paradossali che si avvicinano al teatro dell’assurdo. “Molière – conclude il regista – come tutti i giganti, con geniale intuizione anticipa modalità drammaturgiche che solo nel Novecento vedranno la luce. Si ride, tanto, ma come sempre l’uomo ride del dramma altrui“.
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