Sarebbero il premier Mario Draghi, il Presidente uscente Sergio Mattarella e l’ex Presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini, sostiene l’Ansa, i nomi su cui i partiti politici stanno trattando per il Quirinale. A tre giorni dall’avvio delle votazioni per l’elezione del Capo dello Stato si moltiplicano incontri e riunioni e oggi 22 gennaio è la volta del Centrodestra. Il vertice fra Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni e Matteo Salvini fornirà indicazioni: il Cavaliere potrebbe sciogliere la riserva sulla sua candidatura che tuttavia appare ormai senza chances.
Quirinale, il summit del Centrodestra
Matteo Salvini, dal canto suo, si è intestato il ruolo di kingmaker del Centrodestra e ha chiamato i due alleati, Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni. Oggi si vedranno ma non è detto che indicheranno un nome per il Quirinale, che in ogni caso potrebbe anche non essere quello del Cavaliere. Il leader della Lega ha fatto sapere di aver sentito anche i vertici degli altri partiti assicurando di lavorare a una “candidatura di alto profilo“. Certo è che il summit odierno di Lega, FI e Fratelli d’Italia è quanto attendeva il Centrosinistra per avviare il rush finale delle trattative.
Letta-Renzi, Draghi al Colle e patto di Governo
Fra i passaggi chiave di questi giorni anche l’incontro fra il segretario del PD, Enrico Letta, e il fondatore di Italia Viva, Matteo Renzi. Proprio quest’ultimo ha provato a definire un identikit del nuovo Capo dello Stato in queste ore. “L’arrivo di Draghi al Quirinale ci sta – ha detto Renzi – allora se lui va, a Palazzo Chigi probabilmente servirebbe non un politico ma una figura istituzionale che va bene a tutti.” Nel corso del faccia a faccia con Letta i due hanno concordato sulla necessità di un “patto di legislatura” e un Presidente del Consiglio di garanzia.
Casini, la carta ‘coperta’ per il Quirinale?
La giornata di oggi 22 gennaio potrebbe comunque rivelarsi un giro di boa per trovare il successore di Sergio Mattarella al Quirinale. Difficile dire se dal summit del Centrodestra possa uscire, nel caso di rinuncia di Berlusconi, un nome su cui convergere. Più probabile che si vagli una rosa di nomi. Fra questi Pier Ferdinando Casini, il cui silenzio, da settimane, lo fa assurgere a nome papabile per il solo fatto che tiene le carte coperte. A suo favore una parte del suo curriculum, ovvero che è stato Presidente della Camera dal 2001 al 2006.
Mattarella, il convitato di pietra
A tenere banco resta inoltre l’ipotesi convergere su Mario Draghi. Al momento è lui l’uomo con le maggiori possibilità, almeno sulla carta, di diventare il prossimo inquilino del Quirinale. E sullo sfondo non manca il bis di Mattarella. Ipotesi, quest’ultima, più teorica che altro. Ripartirà comunque, prima dello scrutinio del 24 gennaio, un secondo giro di consultazioni. Tra gli incontri in programma il faccia a faccia tra Matteo Salvini ed Enrico Letta. Occhi puntati anche sulla galassia Cinque Stelle, dove il caso Fraccaro sta agitando le acque. Il M5S ha il ‘pattuglione’ più nutrito di grandi elettori, con 74 senatori, 158 deputati e 4 delegati regionali, per un totale di 236 votanti su 1009.
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