Non poteva che destare l’attenzione pubblica il nuovo spettacolo scritto e diretto da Davide Sacco, L’uomo più crudele del mondo. Non solo per la tematica combattuta, finalizzata ad indagare le profondità più oscure dell’animo umano, se messo alle strette, ma anche per il cast. L’opera porterà difatti in scena due tra i volti più apprezzati del piccolo schermo italiano: Lino Guanciale e Francesco Montanari. L’ormai noto commissario Ricciardi – al lavoro sulla terza stagione de La Porta Rossa – e il Saverio Barone dell’acclamata Il cacciatore avevano già avuto modo di collaborare in precedenza. Il tutto ha avuto luogo in occasione di Fontamara, spettacolo teatrale di Michele Placido che ha coinvolto 11 attori. Ora, a distanza di oltre dieci anni da quell’evento, i due sono pronti a tornare a lavorare insieme.
L’uomo più crudele del mondo, un viaggio nell’oscurità umana con Lino Guanciale e Francesco Montanari
In arrivo presso il Teatro Manini di Narni (TR), L’uomo più crudele del mondo andrà in scena dal 9 al 12 febbraio, grazie anche al sostegno di LVF e del Bellini di Napoli. Si tratta del primo capitolo di una trilogia “ideale” di Davide Sacco che è, inoltre, il primo titolo della sua direzione artistica nel celebre teatro, condivisa con lo stesso Francesco Montanari. “Chi è l’uomo più crudele del mondo? È la domanda con cui il testo di lascia.” – ha affermato Lino Guanciale, come riporta l’Agenzia ANSA, proseguendo – “Porta a esplorare l’abisso che ognuno ha nel proprio animo. L’uomo più crudele del mondo può essere chiunque, uomo o donna che sia.”
Il celebre volto de Il commissario Ricciardi è Paolo Veres, un imprenditore senza alcuno scrupolo e proprietario di una delle aziende produttrici di armamentari più potenti d’Europa. Quest’ultimo rilascerà un’intervista a un giornalista di una testata locale, interpretato da Francesco Montanari. Primo capitolo di una trilogia nata dalla mente di Sacco, l’opera ruota attorno a un interrogativo principale: cosa saremmo disposti a fare se ne avessimo la facoltà? Nell’esplorare le radici del Male e dell’oscurità, il testo cerca dunque di indagare sul significato stesso di umanità. “Una parola complessa” – afferma Montanari, come riporta ancora una volta l’ANSA – “Il significato mi è ignoto, ma forse sta nel conflitto tra noi stessi e quello che siamo.” A tal proposito, Lino Guanciale ha aggiunto: “Siamo abituati a pensare che umanità voglia dire bontà, il contrario di mostruoso. Penso che invece si debba avere il coraggio di accettare come umane anche quelle sfaccettature che ci spaventano.”
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