La dualità è la tematica cardine che raffigura questa originale opera. Il bianco e il nero, l’imprenditore e l’artista, l’umano e il “Disumano“. Fedez viene reso immortale dall’artista bresciano Francesco Vezzoli grazie al ritratto del rapper intitolato Il pessimista narcisista e il narcisista pessimista. Vezzoli, amico dei Ferragnez, aveva già raffigurato Chiara Ferragni come una Madonna per Vanity Fair Italia. Inoltre aveva già firmato la cover di Mille, di Orietta Berti, Fedez e Achille Lauro. I due ritratti di Fedez mostrano la capacità dell’interprete di essere figura polarizzante e divisiva, anche su temi politici e di attualità. Fedez approda quindi per la prima volta alla Triennale di Milano, precisamente sul mezzanino dello Scalone d’Onore di Triennale, dove sarà possibile ammirare le sculture fino al 4 aprile 2021.
In quella giornata i due busti verranno battuti all’asta, con la collaborazione di Sotheby’s Italia. Il ricavato dell’iniziativa sarà devoluto alla cure gratuite ai bambini con gravi patologie neurologiche.
Fedez alla Triennale di Milano: l’incontro tra arte e musica
L’opera raffigurante Fedez esposta alla Triennale di Milano è un doppio ritratto realizzato in marmo bardiglio e in statuario Michelangelo. L’installazione nasce dall’incontro tra arte e musica, da un confronto e scambio tra Vezzoli e Fedez attraverso il quale lo scrittore si è fatto interprete di alcune tematiche del nuovo album del cantante, Disumano. L’opera stessa è diventata successivamente la cover, con uno scatto del fotografo Delfino Sisto Legnani. I proventi dell’asta saranno interamente devoluti alla Fondazione TOGETHER TO GO, insieme a parte del ricavato dell’album di Fedez Disumano. L’importo servirà per la costruzione della nuova sede di via Livigno a Milano. TOG è una Onlus nata alla fine del 2011 con sede a Milano, dove ha dato vita a un centro di eccellenza, con una specializzazione di alta levatura nella riabilitazione dei bambini affetti da patologie neurologiche complesse.
Il commento di Stefano Boeri, Presidente della Triennale di Milano
“Quando Francesco Vezzoli e Fedez ci hanno contattato per coinvolgerci in questo progetto abbiamo aderito subito con entusiasmo. Siamo felici di poter esporre la nuova scultura di uno dei grandi artisti della contemporaneità. Ma anche di poter contribuire al progetto di charity promosso da Fedez in favore della fondazione multidisciplinare TOG. Una delle eccellenze milanesi, di cui seguiamo con grande attenzione l’impegno quotidiano per la riabilitazione di bambini colpiti da patologie neurologiche complesse”.
Commistioni classico-barocche e le dinamiche dello star system: Fedez alla Triennale di Milano
Nella doppia scultura raffigurante Fedez alla Triennale di Milano si fondono due filoni di ricerca esplorati negli anni dallo scultore. Troviamo la riflessione sulla statuaria classica e barocca e lo studio delle dinamiche legate allo star system, al culto della celebrità, al narcisismo. Da un punto di vista formale, il ricorso a un linguaggio barocco sottolinea la dualità della celebrità, sempre sospesa tra sfera pubblica, fonte di gioia, portatrice di amore e sfera privata.
La scelta di Fedez come soggetto è determinante per Vezzoli per il suo essere una figura riconoscibile e divisiva
E se i soggetti della scultura classica e barocca erano nobili, imperatori, santi e divinità, in grado di alimentare miti, leggende, narrazioni e immaginari, oggi, i nuovi oggetti di ammirazione e odio sono i nuovi personaggi “pubblici”. Le nuove celebrità, appartenenti al mondo dello spettacolo, del cinema, come anche dello sport vanno ad alimentare nuovi miti e leggende.
La Triennale Milano prosegue così la sua tradizione di mettere in dialogo l’architettura del Palazzo dell’Arte con grandi artisti di fama internazionale, dalle statue di Leone Lodi e Mario Sironi del 1933 al neon di Lucio Fontana per la IX Triennale del 1951 fino a Piercing a Milano di Corrado Levi del 2020 e all’installazione Lo zoo di Enzo di Nanda Vigo, per continuare con le sculture e installazioni nel Giardino dell’istituzione, in primis I Bagni Misteriosi di Giorgio de Chirico per la XV Triennale del 1973, autore molto amato da Vezzoli. In questo modo Triennale rende possibile una fruizione dell’arte aperta, inclusiva, non necessariamente destinata agli spazi prettamente espositivi, ma anche a quelli comuni, di passaggio, per arrivare in maniera ancora più diretta a tutti i visitatori.
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