A causa della guerra in Ucraina l’antivirus Kaspersky finisce nel mirino dell’Intelligence italiana. Che ora scopre come da anni il nostro Paese sia forse troppo esposto sulla tecnologia informatica russa. E cerca di correre ai ripari.
“Stiamo lavorando ad una norma per dismettere non solo l’antivirus Kaspersky” ha detto a Quarta Repubblica, su Rete 4, il sottosegretario con delega all’Intelligence, Franco Gabrielli. “Ma anche altre piattaforme russe che sono nella disponibilità della Pubblica amministrazione e di Consip (la società che rifornisce di attrezzature la PA, ndr.)”.
“Kaspersky? Nessuno lo ha bandito”
Il ben noto, perché di largo uso comune sui computer degli italiani, Kaspersky, ha spiegato Gabrielli, “è uno degli antivirus più performanti“. “Ed è dal 2003 nella nostra Pubblica amministrazione. Nessun Paese europeo, tranne l’Olanda, l’ha bandito“. Ma secondo il sottosegretario all’Intelligence, rispetto alla Russia “dobbiamo affrancarci da questa dipendenza tecnologica, come da quella energetica“. “Altrimenti non andremo da nessuna parte. E queste – ha aggiunto – sono operazioni che si fanno a livello continentale e spero che l’Europa recuperi una sua posizione“.
Cybersicurezza, avviso alle aziende
Più in generale, l’evoluzione del conflitto in Ucraina potrebbe “pregiudicare l’affidabilità e l’efficacia” di tecnologie informatiche fornite da aziende legate alla Russia. L’allarme arriva dall’Agenzia per la cybersicurezza nazionale. La quale raccomanda alle imprese italiane “di procedere urgentemente a un’analisi del rischio derivante dalle soluzioni di sicurezza informatica utilizzate“. E anche di “considerare l’attuazione di opportune strategie di diversificazione per quanto riguarda, in particolare, le seguenti categorie di prodotti per la sicurezza dei dispositivi”. Ovvero antivirus, web application firewall, protezione della posta elettronica; protezione dei servizi cloud; servizi di sicurezza gestiti.
“L’evoluzione della situazione internazionale e del quadro geopolitico che ne consegue – spiega l’Agenzia – ha fatto emergere nuovi elementi che hanno ridefinito lo scenario di rischio tecnologico. Ciò ha reso, in particolare, opportuno considerare le implicazioni di sicurezza derivanti dall’utilizzo di tecnologie informatiche fornite da aziende legate alla Federazione Russa“.
Kaspersky preoccupa anche la Germania
Allarme anche in Germania, dove il Bsi, l’Ente federale tedesco per la Sicurezza nella informazione tecnica, consiglia “di sostituire l’antivirus Kaspersky con prodotti alternativi“. “L’azione delle forze armate e di intelligence in Russia e le minacce lanciate contro Ue, Nato e Germania nell’attuale conflitto armato – spiega – sono associate a un rischio considerevole di successo di un attacco informatico.” “Un produttore IT russo può condurre operazioni offensive, essere costretto ad attaccare sistemi contro la sua volontà o essere spiato a sua insaputa come vittima di un’operazione informatica. O diventare strumento per attacchi ai propri clienti“.
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