Da Tiffany, a Prada a Chanel: tutti i marchi moda che abbandonano la Russia
Il mondo del fashion all'unanimità sostiene l'Ucraina in questa assurda tragedia
La Russia è oggetto di sanzioni di ogni tipo, da parte degli stati sovrani e degli organismi internazionali, ma anche da parte di aziende private. Tanti infatti sono i marchi moda che abbandonano questo Paese perché contrari di fronte a questa terribile tragedia.
E’ notizia recente che Tiffany & Co non comprerà nuovi diamanti estratti nel territorio russo. Lo riporta Bloomberg, citando una dichiarazione della stessa società. La decisione di Tiffany arriva dopo quella di Signet Jewelers, proprietario di Zales e Kay Jewelers. Ma di certo questi gruppi non sono, né saranno i soli.
I marchi moda abbandonano la Russia: il fashion per la pace
Moncler, Prada, ma anche Gucci, Balenciaga e Bottega Veneta, sono tanti i marchi del lusso e della moda che hanno deciso di abbandonare la Russia, almeno finché il conflitto sarà in corso. Una decisione arrivata in risposta alla guerra e agli atti di violenza scoppiati tra Mosca e Kiev, prendendo una posizione di condanna netta. Tra i big del lusso si è schierato anche Richemont. Il gruppo svizzero controlla i marchi Cartier, Montblanc e Buccellati; stessa decisione per Chanel che ha affidato a un post su LinkedIn la decisione: “Date le crescenti preoccupazioni per la situazione, la crescente incertezza e la complessità per operare, Chanel ha deciso di sospendere temporaneamente tutte le sue attività in Russia. Non spediremo più in Russia, chiuderemo le nostre boutique e abbiamo già sospeso l’e-commerce”.
I colossi Amazon e L’Oreal fuggono dal territorio russo
Cresce di ora in ora la schiera di marchi che stanno fermando le attività in Russia. Tra le ultime iniziative, Amazon ha annunciato lo stop delle sue attività commerciali a causa della guerra in Ucraina. Il gigante dell’e-commerce ha sospeso l’accesso al suo canale video Prime per i clienti in Russia. Inoltre ha fermato sia la spedizione di prodotti in Russia e Bielorussia, che l’accesso a nuovi clienti del servizio cloud Aws basati nei due paesi. Anche il colosso della cosmetica L’Oreal ha annunciato che chiuderà temporaneamente i propri negozi e i punti vendita gestiti direttamente nei grandi centri commerciali in Russia, nonché i suoi siti di e-commerce. “Condanniamo fermamente l’invasione russa e la guerra in Ucraina, che sta causando così tanta sofferenza al popolo ucraino”, ha affermato la compagnia francese in una nota stampa.
Marchi moda che abbandonano la Russia: Hermes e Swarovski
Nel campo dell’alta moda, la casa di moda francese Hermes ha sospeso le vendite e ha fatto sapere che le sue boutique a Mosca chiuderanno nei prossimi giorni. Dall’Austria, l’azienda Swarovski ha chiuso le vendite con questo messaggio, riportato da Novaia Gazeta e pubblicato sul suo sito web: “A causa della situazione attuale, le vendite nel negozio online swarovski.com non sono temporaneamente disponibili per questa regione”. Lo stesso ha fatto Burberry. Estee Lauder, che aveva annunciato che chiuderà tutti i negozi in cui opera in Russia e interromperà le forniture ai rivenditori locali. Il gruppo, che comprende marchi come Michael Kors, DKNY, Clinique e Bobbi Brown, è presente nel paese da circa trent’ anni.
Anche il mondo dei motori prende posizione
La Camera della Moda: “Le chiusure non sono imposte dalle sanzioni“
Di fronte a questo serrato susseguirsi di comunicazioni, la Camera Nazionale della Moda Italiana ha sottolineato che le chiusure sono atti volontari e non sono previste nell’ambito delle sanzioni comminate alla Russia: “La chiusura temporanea dei negozi retail in Russia non è prevista dalle norme sanzionatorie attualmente in vigore in Europa, è una scelta volontaria che è stata presa da molti brand nazionali ed internazionali che dispongono di una rete di distribuzione retail diretta – si legge nella nota diffusa dall’associazione – “Ricordiamo però che molti brand vendono le collezioni in Russia attraverso distributori o concessionari e non sono nella possibilità anche dal punto di vista contrattuale, di chiudere gli spazi di vendita in stagione, avendo già consegnato negli scorsi mesi la collezione primavera/estate”.
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