Courtesy of Press Office
Yuman si è fatto conoscere durante la sua esperienza prima a Sanremo Giovani, dove ha trionfato al primo posto, e successivamente tra i big del Festival di Sanremo. Un artista che ha molto da raccontare e che, soprattutto, ha voglia di sperimentare.
Un artista che si definisce “senza etichette“, che non vuole identificarsi in un unico stile o genere, ma vuole spaziare nel panorama musicale e scoprire sempre nuovi orizzonti. Yuman è questo e molto altro. Si è fatto conoscere al Festival di Sanremo, ma la sua musica già esisteva dal 2018 quando ha pubblicato il suo singolo di debutto, Twelve. Lui che è sempre stato uno spirito libero. I suoi viaggi lo hanno aiutato a definire il suo carattere, aperto e multiculturale. A qualche settimana dall’uscita del suo ultimo EP, Qui, noi di VelvetMAG abbiamo deciso di incontrare Yuman per chiedergli come ha vissuto questo salto verso il successo e parlare dei suoi progetti futuri.
Qual è stato il tuo primo approccio con la musica che oggi non è più solo una passione, ma il tuo lavoro
Ho iniziato suonando la chitarra e quella è stata la cosa che mi ha fatto avvicinare a questo mondo. Poi nel corso degli anni mi sono interessato sempre a più artisti, ma quello che mi piaceva di più ‘coverizzare‘ era Ed Sheeran. Chitarra e voce, nei primi album che faceva.
Assolutamente, più che il mio stile, proprio il modo di vivere la musica, ma anche i miei punti di vista e i modi di pensare. Lì a Londra c’era tantissima gente che veniva da diverse parti del mondo, quindi si creava questo punto d’incontro che suscitava nuovi stimoli. Non mi piace etichettare il mio stile. Mi piacerebbe essere libero, ma se proprio devo penso di essere molto vicino al soul.
Mai. Infatti, è stata una grande sorpresa, ma soprattutto una grandissima opportunità. Siamo stati stracontenti.
A Sanremo Giovani è stato molto emozionante, ma tra i big lo è stato ancora di più. Gareggiare con tutti quei grandi artisti pazzeschi, ne sono fiero veramente. È stato un grande lavoro ed è stato bellissimo essere lì.
Penso di sì. Aver fatto la scelta giusta o sbagliata è difficile da capirlo, è una cosa molto soggettiva. Io penso di aver preso le scelte giuste perché ci ho sempre creduto. Poi chi lo sa, un giorno si vedrà.
Alla fine posso ammettere di cantare sempre quella di Gianni Morandi, Apri tutte le porte. Mi sono piaciuti in tanti, è stato un bel Festival molto vario.
È un album misto, metà in inglese e metà in italiano, dal sound molto acustico. Si tratta di un soul mescolato con vari generi e tematiche che mi andavano di affrontare. Un album nato per suonarlo live. Tutti i brani hanno un filo logico a livello di sound, mentre per le tematiche mi piace variare. E poi, ovviamente, ci sono anche i brani sanremesi.
Bellissimo, non se ne poteva più. Poi il live è una cosa fondamentale. Io vivo per quello. Mi piace dal contatto con il pubblico alla voglia di stupire, di dare il meglio di sé. Adesso si torna a Milano il 5 aprile al Tunnel Club. Poi, il 22 luglio arriveremo anche all’Orvieto Summer Festival insieme a Noemi. Sarà una bella data anche quella.
Si, assolutamente. Stiamo già preparando nuovi singoli, perché penso che non bisogna mai fermarsi e quindi continuiamo a scrivere, scrivere, scrivere. E poi chi lo sa cosa succederà, vi lascio una finestra sul forse.
Ma chi lo sa, mai dire mai. Vi lascio nel dubbio.
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