L’Italia ha riaperto la sua ambasciata a Kiev, in Ucraina, e il lunedì dopo Pasqua, 18 aprile, sarà pienamente operativa. Dalla terra che i russi hanno invaso schiaffo a papa Francesco. Radio e tv non hanno trasmesso la Via Crucis al Colosseo perché a portare la croce è stata una ragazza russa assieme all’amica ucraina, in segno di pace fra i popoli.
Il pontefice non ha ascoltato le proteste dell’ambasciata ucraina e del vescovo cattolico di Kiev. E ha tirato dritto per la sua strada: alla 13ª stazione – in cui si ricorda la morte di Gesù, culmine della Via Crucis – Francesco ha fatto portare la croce a russi e ucraini insieme. In particolare a Irina, infermiera ucraina, e Albina, sanitaria russa. I media cattolici online come UGCC Live TV (Ukrainian Greek-Catholic Church), la rivista cattolica Credo, l’italiana Radio Maria e EWTN Ucraina, così come le tv nazionali ucraine hanno deciso di non trasmettere la diretta dal Colosseo.
Una protesta contro il gesto di papa Francesco che invita alla riconciliazione e al superamento della logica della guerra e dell’odio fra i popoli. Nei giorni scorsi non solo l’ambasciata ucraina ma persino l’arcivescovo cattolico di rito greco, Svjatoslav Ševčuk, avevano parlato di “rifiuto” e “indignazione” per la presenza della giovane russa accanto alla sua amica ucraina, entrambe contro la guerra.
Ucraina, il gesto di Krajewski
Poche ore prima che i media ucraini, anche cattolici, si rifiutassero di seguire la diretta della Via Crucis, l’Elemosiniere del Papa, cardinale Konrad Krajewski – che a Roma ama farsi chiamare semplicemente don Corrado – era a Borodyanka, una delle città simbolo dei crimini di guerra russi. Per la terza volta in Ucraina dall’inizio del conflitto, Krajewski si è inginocchiato davanti una delle fosse comuni dove sono stati gettati cadaveri di civili uccisi.
Una preghiera silenziosa e intensa: una Via Crucis. Krajewski è quindi disceso in una delle fosse e ha toccato la terra come per dare una carezza ai civili brutalmente assassinati. Il cardinale ha pregato anche davanti a un cadavere per strada, ancora insepolto. “Basta venire qui per trovare i segni più profondi della guerra, fino alle persone senza vita“, ha detto il cardinale. “La Passione vera di Gesù è dove la gente soffre e muore” ha aggiunto. “Ma noi termineremo la Via Crucis con la stazione della risurrezione” ha concluso.
A Borodyanka l’inviato del Papa, Card. Krajewski, accarezza una salma appena estratta dalle macerie e la benedice. In questo giorno di Venerdì Santo, è come toccare le piaghe di Cristo. #Ucraina pic.twitter.com/Y5j8AmcSfE
— Ilario Piagnerelli (@ilario82) April 15, 2022
L’ambasciatore Zazo a Kiev
Da parte sua l’Italia riapre l’ambasciata a Kiev, come ha annunciato il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio. L’ambasciatore Pier Francesco Zazo è rientrato nella capitale ucraina da Leopoli, dopo un viaggio di 10 ore. Il ritorno del diplomatico italiano era atteso subito dopo Pasqua, ma l’ambasciatore “è già operativo e dalla prossima settimana sarà al lavoro per arrivare almeno a un cessate il fuoco“, ha aggiunto Di Maio. L’ambasciata italiana era stata “tra le ultime a lasciare la capitale ucraina ed è ora tra le prime a tornarci“. Nei prossimi giorni Zazo sarà in visita proprio in quelle aree attorno alla capitale dove la ritirata dei russi ha fatto emergere violenze, morte e orrori di ogni genere. Ma al momento “l’Italia non ha gli elementi per verificare se in Ucraina stia avvenendo un genocidio“, ha detto Di Maio. “Abbiamo sollecitato la Corte penale internazionale” dell’Aja, ha sottolineato.
Esplosioni nella capitale dell’Ucraina
Nel suo ultimo discorso in video, ripreso dai media internazionali, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è tornato ancora una volta a chiedere più armi. E anche più sanzioni contro Mosca. La guerra continua senza un attimo di sosta. Esplosioni hanno scosso questa mattina, vigilia di Pasqua, la capitale ucraina Kiev. Lo riporta sul Telegram il sindaco Vitali Klitschko. Le esplosioni hanno colpito il distretto di Darnytskyi, alla periferia della città, ha aggiunto il primo cittadino. E ha precisato che non si conosce ancora il numero delle vittime e che le squadre dei soccorsi sono sul posto. Lo riporta la Bbc. Le sirene d’allarme antiaeree risuonano in diverse città. Fra esse: Dnipropetrovsk, Kryvyi Rih, Zaporizhzhia, Cherkasy, Donetsk, Odessa, Kharkiv, Poltava e Mykolaiv.
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