Prende forma anche in Italia il Metaverso: il mondo virtuale, ma sempre meno distante dalla realtà, dove in futuro potremo vivere, lavorare e divertirci come in una seconda vita.
L’Università di Milano-Bicocca inaugura assieme al Dipartimento di Psicologia i laboratori dei nuovi Centri di ricerca di eccellenza MiBTec (Mind and Behavior Technological Center) e BiCApP (Bicocca Center for Applied Psychology). Si tratta di due strutture all’avanguardia per la realizzazione del Metaverso, tramite lo studio e il miglioramento dell’interazione uomo-macchina.
Una nuova realtà
Il MiBTec ospita le più grandi infrastrutture di ricerca nel settore, spiega l’agenzia di stampa Ansa. Ovvero ambienti per la realtà virtuale immersiva (Cave Automatic Virtual Environment, CAVE), visori per la realtà virtuale e quella aumentata, strumenti che restituiscono le sensazioni tattili, proiettori olografici, ambienti virtuali immersivi multiutente. Si tratta di componenti essenziali del Metaverso. Ma al MiBTec non manca la misurazione di parametri fisiologici e biometrici. Come l’elettroencefalogramma, l’elettrocardiogramma, la termografia e i movimenti oculari. E anche la stampa in 3D.
Il BiCApp (Bicocca Center for Applied Psychology) mira invece a sviluppare la ricerca scientifica nel campo dell’interazione umana con le tecnologie indossabili e mobili. Tra le sue infrastrutture, una piattaforma proprietaria no-code per lo sviluppo di app mobile, laboratori di test e ricerca nel campo dell’esperienza dell’utente. Così come nella progettazione di interfacce uomo-macchina.
Scopo comune di questi centri è condurre attività di ricerca, di base e industriale, con l’obiettivo di sviluppare tecnologie sempre più fruibili e intuitive per migliorare la qualità della vita delle persone e il loro benessere psicologico.
Per questo si intende puntare sulle nuove frontiere delle tecnologie digitali senza dimenticare lo studio dei fattori umani coinvolti. Vale a dire quelli percettivi, cognitivi, emozionali, linguistici ed ergonomici. Tutti fattori indispensabile nell’interazione dell’individuo con l’ambiente. Sia che si tratti di svago o di istruzione. Ma anche di lavoro. Le aziende possono servirsi della realtà aumentata e virtuale, così come degli strumenti indossabili e portatili, per definire nuove strategie di marketing. Nuove forme evolute di ergonomia e nuovi processi di lavoro.
Cos’è il Metaverso
La prima volta che venne usato questo termine fu all’interno del romanzo di fantascienza Snow Crash del 1992 di Neal Stephenson, hanno ricordato su Agendadigitale.eu Laura Cavallaro e Beatrice Medved. Di fatto oggi il Metaverso riguarda uno spazio di ibridazione tra realtà digitale e realtà fisica. Una sorta di nuovo mondo a cui può accedere un numero illimitato di individui. I quali poi possono svolgere azioni e interazioni di svago, commerciali, o di lavoro utilizzando e ‘incrociando’ diverse piattaforme e tecnologie.