La seconda giornata del 75° Festival di Cannes ha assistito anche all’anteprima de Le otto montagne, con Alessandro Borghi e Luca Marinelli. Uno dei due titoli italiani in concorso per la Palma d’Oro, oltre a Nostalgia di Mario Martone, è incentrato sull’amicizia senza tempo di Bruno e Pietro.
Una vicenda ridotta fino al midollo, incentrata sull’amicizia senza tempo tra due uomini, iniziata sin dall’infanzia sullo sfondo delle montagne valdostane. Questa è la storia, raccontata in termini essenziali, ne Le otto montagne, basato sull’omonimo romanzo Premio Strega di Paolo Cognetti. Per la regia di Felix van Groeningen e Charlotte Vandermeersch, il film è frutto di una produzione nostrana di Mario Gianani e Lorenzo Gangarossa per Wildside (gruppo Fremantle); la pellicola vanta inoltre la collaborazione della casa di produzione belga Rufus/Menuetto e della francese Pryramide Production. Il lungometraggio sarà distribuito in sala con Vision Distribution e vanta, alla seconda collaborazione insieme, Alessandro Borghi e Luca Marinelli.
Le otto montagne, il ritorno sul grande schermo di Borghi e Marinelli sullo sfondo di Cannes 2022
Oltre che Esterno Notte di Marco Bellocchio, la seconda giornata del Festival di Cannes 2022 è stata impreziosita da Le otto montagne. Tra i due film italiani in concorso nella selezione ufficiale, oltre all’attesissimo Nostalgia di Mario Martone – con Pierfrancesco Favino – è un lungometraggio nella e sulla natura, ma anche sul naturale trascorrere dei rapporti umani. Al centro delle vicende, l’amicizia tra il montanaro Bruno (Borghi) e il cittadino Pietro (Marinelli). L’uno stazionario nella località valdostana; l’altro che saltuariamente torna tra quelle vette, per ritrovare il sollievo della natura incontrastata, immutato così come il legame stretto giovane età con l’amico.
Entrambi alla ricerca di un proprio posto nel mondo, Pietro e Bruno si ritrovano nel momento di massimo bisogno, accomunati dallo stesso legame per la montagna, che nel film acquisisce diverse valenze, a seconda della consapevolezza del personaggio. Entrambi si trovano a un punto di svolta nella loro vita, indecisi se assecondare o contrastare l’eredità dei propri padri. I dialoghi sono ridotti al midollo, in un continuo processo di sottrazione che, al posto di impoverire la pellicola, ne arricchisce ulteriormente il senso.
Ad impreziosire il tutto è la naturale alchimia tra Alessandro Borghi e Luca Marinelli, che torna ad emozionare il pubblico a distanza di sette anni da Non essere cattivo di Claudio Caligari. Una storia di fratellanza, che lascia al di fuori qualsiasi stereotipizzazione di stampo machista. Oltre ai due interpreti romani, che hanno avviato una brillante carriera internazionale, Le otto montagne vanta nel cast anche Filippo Timi ed Elena Lietti.