Un’operazione dei carabinieri del Ros ha portato al fermo di due giovani incensurati in Trentino. Si tratta di un uomo e una donna. Secondo gli investigatori progettavano attentati di matrice islamista in Italia.
I due giovani, di origine kosovara, si sarebbero addestrati in vista di atti violenti e avrebbero progettato di compiere in Italia un attentato con ordigni esplosivi. Tutto in nome dell’organizzazione terroristica Isis, il sedicente Stato islamico. Il giudice per le indagini preliminari (gip) del Tribunale di Rovereto ha disposto gli arresti domiciliari, con obbligo di braccialetto elettronico, soltanto nei confronti del solo uomo, non anche della donna.
Del provvedimento di fermo si è avuta notizia il 24 giugno, benché fosse arrivato già il 15 giugno. A operare, oltre ai militari del Ros, anche gli uomini del Comando Provinciale Trento e del Gruppo di Intervento Speciale (Gis). I giovani sono sotto inchiesta per associazione con finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine democratico. Ma anche per arruolamento ed addestramento con finalità di terrorismo internazionale.
“Giovani ben inseriti”
I due giovani, nati in Italia da famiglie di origini kosovare, sono inseriti nel contesto sociale, di lavoro e di studio. Lo raccontano le indagini svolte finora. Entrambi avrebbero intrapreso da tempo un percorso di radicalizzazione ideologica che è diventato possibile ed efficace grazie alla propaganda jihadista sui social e sul web. I piani criminosi dei fermati – è l’accusa degli investigatori – avrebbero previsto, dopo un attentato, l’allontanamento dall’Italia. I due si sarebbero dovuti recare in Africa per unirsi alla jihad, la guerra santa islamista, in varie zone del contenente. Nel corso dell’operazione dei carabinieri di Trento sono avvenute alcune perquisizioni. I militari hanno sequestrato materiale informatico e prodotti chimici. Ovvero precursori per la fabbricazione di ordigni esplosivi. Oggetti consegnati al Raggruppamento Investigazioni Scientifiche per gli accertamenti tecnici.
Isis, Italia nel mirino
Con la vicenda dei due giovani fermati in Trentino l’Italia sembra tornare, almeno in parte, nelle mire di possibili attentati di matrice islamista. Lo scorso novembre era stato il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, a finire fra gli obiettivi dell’Isis. Su Al Naba, la rivista degli integralisti del sedicente Stato islamico, erano ritornate le minacce al titolare della Farnesina. Con tanto di foto che ritraeva Di Maio al vertice della coalizione anti-Daesh, nel giugno 2021 a Roma. Un summit svoltosi proprio un anno prima del fermo dei due giovani in Trentino.
Già nel luglio 2021 il ministro degli Esteri aveva ricevuto minacce sulla stessa rivista. Al vertice di Roma di giugno aveva partecipato anche il Segretario di Stato Usa, Antony Blinken. Lo scorso febbraio 2022, invece, il presidente degli Usa, Joe Biden, aveva annunciato che militari americani avevano “eliminato dal campo di battaglia” il capo dell’Isis, Abu Ibrahim al-Hashimi al-Qurayshi. Il capo del Califfato sarebbe stato colpito nel corso di un’operazione dell’esercito statunitense nel nord della Siria. La minaccia Isis nel mondo, però, è tutt’altro che sconfitta. Piuttosto si è spostata verso l’Asia, Afghanistan compreso.