Riapre la Basilica Cisterna a Istanbul con una nuova “luce” firmata da Studioillumina di Roma
Illuminazione creata in collaborazione con gli studi di architettura Atelye 70 e Studio Insula che hanno progettato tutti i cambiamenti
Riapre con una nuova illuminazione la Basilica Cisterna a Istanbul. A progettare la ‘nuova luce’ Studioillumina di Roma, in collaborazione con gli studi di architettura Atelye 70 di Istanbul e Studio Insula di Roma. Il sito archeologico della città capitale turca è tornato accessibile ai visitatori il 22 luglio 2022.
Studioillumina di Adriano Caputo, insieme alla designer team leader Federica Cammarota e a tutto il team ha progettato l’illuminazione della Basilica Cisterna a Istanbul. Il famoso sito archeologico turco che attira milioni di visitatori ogni anno. Alla ‘nuova luce’ si affiancano degli importanti cambiamenti progettati dallo studio Atelye 70 di Istanbul e dallo studio Insula di Roma.
Il progetto innovativo permette al visitatore di intraprendere un viaggio all’interno delle cisterne. Percorso che si presenta come una sorta di narrazione della storia e della cultura del luogo. Itinerario affascinante alla scoperta della componente orientale e occidentale che caratterizzano il Palazzo Sommerso (così come è chiamato in Turchia).
Le cisterne di Istanbul tra Oriente e Occidente
Come spiega una nota diffusa, la Cisterna fu ampliata da Giustiniano nel 532 e fu utilizzata per molto tempo dai romani come riserva idrica. Riscoperta nel XVI secolo, sarà riaperta al pubblico solo nel 1987. Quello che oggi è reso evidente dalla nuova illuminazione e dagli innovativi cambiamenti è la compresenza della cultura romana e ottomana: Oriente e Occidente. Il viaggio attraverso le cisterne di Istanbul, dunque, è ricreato da Studioillumina con caratteristiche precise, all’andata e al ritorno, che mostrano diversi stili di rappresentazione visiva. Così è possibile vedere, ad esempio, le miniature e le arabesche, così come la prospettiva e la tridimensionalità degli oggetti.
Il viaggio di andata si ispira al mondo delle miniature. Si entra nella ‘foresta’ di colonne e l’illuminazione restituisce una dimensione bidimensionale. Una sola luce per colonna, posizionata in basso e sul lato opposto alla direzione di percorrenza. Entrando nella Cisterna il visitatore è come un esploratore che entra in un luogo sconosciuto. Il fascino di questo aspetto è restituito dalla luce che si abbassa, a mano a mano che ci si addentra nello spazio sotterraneo. Le teste di Medusa, che si trovano alla fine del ‘viaggio di andata’ rappresentano poi la svolta. Sono queste a segnare il punto di inizio del ‘viaggio di ritorno’. Lugo di sospensione e riflessione, sono le teste di Medusa a segnare una sorta di passaggio dal mondo bidimensionale a quello tridimensionale che si fondono in un’unica architettura.
Il ‘viaggio di ritorno’
Se l’andata svela la componente orientale, il ritorno attraverso le Cisterne di Istanbul svela lo stile occidentale. Prospettiva e tridimensionalità sono le protagoniste di questo ‘viaggio’. Si parte dalla luce delle colonne, se all’andata esse era nascosta ora appare in modo diretto ad illuminare lo spazio. Ogni colonna è, dunque, presentata nella sua bellezza e nel suo livello architettonico. La costante della Cisterna è l’acqua che è presente in tutto il percorso. All’andata specchia i chiaroscuri, al ritorno l’architettura. Solo sporadicamente, le luci delle singole colonne si dissolvono per dare spazio ad una luce che, attraverso il colore acquamarina, svela la superficie irregolare dei pavimenti originari.
Adriano Caputo ricordando il giorno in cui il progetto iniziò a prendere vita, rivela: “Sono stato contattato dallo Studio di Architettura e Ingegneria Insula di Roma per proporre una soluzione illuminotecnica al loro progetto di riqualificazione e restauro. Ho risposto che sarei stato forse capace di dare loro, in una settimana solamente una metodologia, perché avrei dovuto scrivere una sceneggiatura e condividerla con loro. Dopo avere riletto velocemente alcuni testi sacri e film turchi d’autore; dopo tre giorni, senza avere dato loro nessuna proposta, ho avuto l’incarico! Quando smetterò di avere forti emozioni andrò in pensione“.
Il ruolo della luce
Il progetto che crea il magnifico e suggestivo viaggio attraverso la Basilica Cisterna a Istanbul è frutto di un accurato e minuzioso studio. Adriano Caputo si è immerso nei libri di Orhan Pamuk, Alessandro Barbero e Jason Goodwin; approdando poi nei film di Ferzan Özpetek e Nuri Bilge Ceylan. “Poi ho ristudiato il mondo orientale delle miniature, l’arte e l’architettura romana e poi bizantina; la decorazione islamica con i tre moduli base, quello geometrico, quello vegetale, quello calligrafico“; spiega ancora Caputo. La luce è risultata, dunque, la componente che ‘libera’ il mondo dall’oscurità, rendendolo percepibile all’uomo.
Anche Federica Cammarota ha espresso, come evidenzia la nota, grande soddisfazione dal progetto. La team leader ha dichiarato, infatti: “Un bellissimo progetto, senza nulla da invidiare ai progetti a cui avevo lavorato negli anni precedenti. Anzi, dal punto di vista creativo aveva qualcosa in più: la dimensione fortemente spirituale, dettata dalla storia e dall’identità del luogo, che ha portato la progettazione e la creatività a muoversi nello spazio del concetto – prosegue ancora la Cammarota – Abbiamo ascoltato il luogo e le relazioni tra esso e i popoli che lo hanno vissuto, trasferendo le sensazioni in effetti di luce“. Il visitatore è un esploratore che entra all’interno della Cisterna e, durante tutto il ‘viaggio’, guarderà ogni cosa con occhi diversi. “Il viaggio però – come conclude la nota – lo ha cambiato. E adesso porta con sé i sussulti cromatici appena vissuti, una sorta di Elisir di emozioni e luci da offrire al mondo“.