Indian Wells tra i tornei di tennis professionistico è uno dei più strani: oltre alle difficoltà consuete si aggiunge il fatto di giocare nel mezzo del deserto, con tassi di umidità disumani. Erano partiti in sei Azzurri: Berrettini, Sinner, Sonego, Fognini, Mager e Musetti. Carichi di quelle che Dickens avrebbe definito Great Expectations. Invece le Grandi Speranze prima si sono ridotte a 3 e da ieri a 0. Ma non sono i soli a cadere!
I diversi destini ad Indian Wells della pattuglia “russa”
Ben più clamorosa di quella italiana è la débâcle russa (almeno di nazionalità): prima Rublev, n.6 al mondo, e ancor più pesante l’eliminazione del n.2 del ranking Atp. Daniil Medvedev è per molti il predestinato nel 2022 a conquistare per primo la testa della classifica dopo quasi un ventennio di strapotere Fab Four (Federer, Nadal, Djokovic e Murray).
Il fresco vincitore dello US Open era anche il grande favorito per il Master Mille del deserto americano. Lo scivolone però arriva con un giocatore decisamente “leggero” rispetto allo zar: il bulgaro Grigor Dimitrov, numero 28 del mondo che vince in rimonta (con il punteggio 4-6, 6-4, 6-3). Ai quarti se la vedrà con Hurkacz, numero 12 ATP, che può ancora arrivare alle Finals grazie ad un tabellone all’improvviso favorevole, e che ha eliminato l’ultimo dei russi Aslan Karatsev.
Il finale di stagione “acciaccato” degli italiani
Per Sinner, intanto, la strada verso le Nitto Atp Finals di Torino si fa in salita, per quanto scritto sopra sul polacco. Appannati dalla stagione comunque molto buona sono arrivati stanchi a questo torneo. C’è ancora un altro Mille quello di Parigi Bercy: si gioca indoor e con tante e assai diverse difficoltà. Fuori condizione mentale e per Berrettini anche qualche acciacco fisico. Qualche giorno di stacco e si torna in Europa per la volata finale per il torneo dei Maestri. Berrettini c’è, anche in chiave Davis, ma per gli ultimi posti ancora i giochi non sono chiusi.