Venti giorni dopo l’ultima protesta, gli studenti delle scuole superiori italiane sono tornati a manifestare. Bersaglio della contestazione i programmi della cosiddetta alternanza scuola-lavoro ma anche il nuovo esame di maturità.
Gli studenti ricordano i compagni morti
Oggi 18 febbraio cortei, presidi e sit-in si sono svolti in oltre 40 città d’Italia: da Torino a Milano e da Bologna a Firenze, Roma, Bari, Napoli, Palermo. I ragazzi sono scesi in piazza dopo la morte di Giuseppe Lenoci, 16 anni, studente marchigiano di Monte Urano (Fermo) che ha perso la vita nei giorni scorsi in un incidente stradale ad Ancona, mentre svolgeva uno stage presso una ditta di termoidraulica. Durante i cortei gli studenti hanno scandito i nomi di Lenoci come di Lorenzo Parelli, 18 anni, lo studente friulano morto il 21 gennaio scorso nella fabbrica dove stava svolgendo il suo ultimo giorno di stage, a Pavia di Udine. Parelli è stato ricordato anche dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo discorso dopo il giuramento alla Camera, lo scorso 3 febbraio.
Torino, scontri con la polizia
A Torino si sono verificati scontri fra alcuni manifestanti e le forze dell’ordine. Secondo un primo bilancio sono 7 i feriti fra i poliziotti. Un gruppo di partecipanti al corteo studentesco ha tentato un assalto alla sede dell’Unione Industriali del capoluogo piemontese. I feriti, secondo quanto riporta l’Ansa, sono 6 carabinieri tra cui un ufficiale, e un funzionario di polizia. Travisati e armati di pietre e bastoni, i manifestanti si sono staccati dal corteo e hanno forzato il cancello della palazzina di via Vela. Gli studenti sono invece ripartiti dopo una breve assemblea davanti agli uffici del ministero della Pubblica istruzione di Corso Vittorio.
La Cgil: “Studenti prendano distanze“
“Gli studenti devono con nettezza prendere le distanze e condannare senza alcuna indulgenza tali episodi” ha dichiarato il segretario del sindacato di polizia Silp-Cgil, Daniele Tissone. “Noi poliziotti del Silp – spiega Tissone – siamo dalla parte della legalità e della tutela democratica del diritto a manifestare il dissenso. Ma questi episodi che colpiscono lavoratori in carne e ossa non hanno niente a che vedere con il diritto a manifestare“. “Quello che sta accadendo in queste ore è la miglior risposta a tutte le strumentalizzazioni delle scorse settimane contro la polizia” ha affermato il segretario generale provinciale del Siap, Pietro Di Lorenzo. L’allusione è a quanto accaduto dopo gli scontri fra studenti e polizia durante le manifestazioni del 28 gennaio scorso. In quell’occasione, a Torino, alcuni ragazzi furono oggetto di una carica dei poliziotti a colpi di manganellate e diversi di loro rimasero feriti. Ne è nata una dura protesta contro il Viminale e i ‘metodi’ delle forze dell’ordine che è arrivata anche in Parlamento.
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