Pochi nomi nel mondo del cinema riescono a dividere il pubblico in maniera netta come fa Quentin Tarantino. Il ribelle del grande schermo, fanatico e autodidatta, è riuscito nell’impresa titanica di portare a Hollywood il suo stile dissacrante. E, ad oggi, è sicuramente uno degli autori più blasonati.

In un ensemble di spaghetti western, commedia erotica all’italiana, arti marziali cinesi e bmovie horror Anni Settanta si colloca il cinema di Quentin Tarantino. Un cinema fatto di rimandi al passato, che denuncia un profondo amore per la settima arte, manifestato sin dall’infanzia e portato avanti dapprima in maniera autodidatta. A chi infatti, nel 1993 – reduce dal successo de Le Iene (Reservoir Dogs) – gli aveva domandato se avesse mai studiato cinema, lui ha replicato: “No, sono andato al cinema.” La sala cinematografica, dunque, è stata la sua vera scuola; la curiosità, il suo strumento di lavoro e la sua mente, invece, l’origine di una personalissima idea di settima arte. Che ancora oggi lo rende uno degli autori più citati in assoluto.

Quentin Tarantino, il ribelle di Hollywood

Da ragazzino sognavo o di fare l’attore o di fare il rapinatore. La rapina come gesto agonistico mi affascina. Nel cinema, beninteso.” Se c’è uno che della citazione più sfacciatamente voluta ha fatto la propria cifra stilistica, per sua stessa ammissione, è proprio Quentin Tarantino. Dallo stile notoriamente dissacrante ed eclettico, frutto delle sue numerose influenze, soprattutto nostrane, (da Sergio Leone, a Mario Bava, Ruggero Deodato e Lucio Fulci), l’autore statunitense ha fuso i diversi generi per creare un ibrido postmoderno. Perché, in fin dei conti, di seguire le convenzioni Tarantino non ne ha mai voluto sapere. “Ascolto tutto quello che le persone dicono. Se qualcuno mi racconta una barzelletta o una storia interessante della propria vita, io me la ricordo.” – ha difatti affermato il regista. E i suoi personaggi, mai banali, profondi, contorti e guidati da emozioni intense, lo confermano.

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Nel corso di ormai 30 anni di carriera – Le Iene è approdato sul grande schermo esattamente nel 1992 – Quentin Tarantino dunque non si è mai risparmiato. E proprio il suo esordio nella settima arte è servito all’autore per gettare le basi del suo stile eclettico. Con un cast corale composto da Harvey Keitel, Tim Roth, Steve Buscemi, Michael Madsenn e lo stesso Tarantino, il regista ci introduce in un’insolita gangster story, dall’umorismo grottesco ai dialoghi surreali. Già a partire dalla prima sequenza, gli otto rapinatori protagonisti si trovano in un bar a discutere del significato profondo di Like a Virgin e True Blue di Madonna, poco prima del colpo pianificato – che non andrà come previsto. Un esordio che ancora oggi fa scuola. Il film è disponibile a noleggio su Amazon Prime Video, Youtube e Google Play.

Il tema della gangster story sarà ripreso e ampliato maggiormente nel suo film successivo, il vero capolavoro che gli valse anche il primo Oscar alla Miglior Sceneggiatura Originale: Pulp Fiction. Titolo monumentale non solo all’interno della sua filmografia, ma nell’interna decade, segue le rocambolesche vicende di un killer, Vincent Vega, che si innamora della moglie del proprio capo, Mia Wallace (Uma Thurman); di una coppia che tenta una rapina e di un pugile, che rinnega la sua promessa. Un cast corale composto da John Travolta, Samuel L. Jackson, Uma Thurman, Bruce Willis, Harvey Keitel, Christopher Walken e lo stesso Tarantino (tra gli altri) per uno dei film che hanno scritto la storia del grande schermo. La pellicola è disponibile in noleggio su Amazon Prime Video, Youtube, Google Play e TIMVision.

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Gli altri titoli e gli attori feticcio: Uma Thurman …

Cosa sarebbe Quentin Tarantino senza la sua Musa Uma Thurman e senza, soprattutto, i due volumi di Kill Bill? Nella storia di vendetta di Black Mamba/Beatrix Kiddo, sono più presenti che mai tutte le influenze di Tarantino (talvolta anche in maniera ridondante, ma, in fin dei conti, è giusto così). La killer professionista, decisa a voler fare fuori la sua ex squadra, capeggiata da Bill Gunn, grazie alla sua katana firmata Hattori Hanzo, è mossa dal sentimento della vendetta, più forte di ogni altra cosa, tra cui la morte stessa (a cui è già andata incontro). Entrambi i volumi (imprescindibili l’uno dall’altro), sono disponibili su Netflix, o per il noleggio o l’acquisto su Amazon Prime Video, Google Play, TIMVision e Youtube.

Tra i titoli “meno conosciuti” – dal pubblico occasionale – di Quentin Tarantino spicca inoltre Jackie Brown. Omaggio a uno dei blaxploitation più celebri di sempre, ovvero Foxy Brown (che vede, per altro, la stessa interprete), segue le vicende di un’hostess di volo. Quest’ultima, che contrabbanda denaro per Ordell Robbie, finirà per essere arrestata. Ma dovrà guardarsi anche dal suo socio, che non si farà scrupoli ad ucciderla, se lei accetterà di testimoniare. La pellicola è disponibile a noleggio su Amazon Prime Video, TIMVision, Youtube e Google Play.

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Infine, la summa dell’intera poetica di Quentin Tarantino è senza dubbio C’era una volta a… Hollywood (2019). Il film segue parallelamente due storie, ovvero quella di Rick Dalton e dell’amico e stuntman Cliff Booth (rispettivamente Leonardo DiCaprio e Brad Pitt), da una parte e quella di Sharon Tate (Margo Robbie), dall’altra. Quest’ultima, in particolare, avrà un esito inedito, in questa fiaba postmoderna ambientata sul finire degli Anni Sessanta che, come tutte le fiabe, inizia con il C’era una volta. Almeno, grazie al cinema, è possibile avere il lieto fine.

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