Al 70° giorno di guerra in Ucraina la stampa inglese rilancia i rumors di un possibile golpe a Mosca per defenestrare dal potere Vladimir Putin. Si intensificano i combattimenti sul teatro di guerra, missili russi colpiscono la Transcarpazia, ai confini della neutrale Ungheria. In Bielorussia esercitazioni militari. E si avvicina la fatidica data del 9 maggio.
Quel giorno, lunedì prossimo, la Russia celebrerà come ogni anno la vittoria sulla Germania nazista nella seconda guerra mondiale. E lo farà anche nelle zone occupate in Ucraina. Secondo alcuni analisti potrebbe essere l’occasione per Putin di dichiarare ufficialmente guerra totale a Kiev. In questo modo il presidente russo avrebbe la leva legale per imporre la coscrizione militare nel suo paese e scatenare un’offensiva ancora più massiccia quantomeno nel Donbass e nel Sud. Nell’intervista del 3 maggio al Corriere della Sera, papa Francesco ha invece dichiarato che “Orbán (il premier ungherese, ndr.) mi ha detto che i russi hanno un piano, che il 9 maggio finirà tutto. Spero che sia così, così si capirebbe anche la celerità dell’escalation di questi giorni“. Tuttavia, ha aggiunto, “io sono pessimista“.
L’Ucraina, Putin e il golpe
L’elevarsi della tensione in vista della data del 9 maggio, quando a Mosca sfileranno in perfetta parata militare migliaia di uomini e mezzi – forse anche centinaia di prigionieri ucraini – potrebbe riflettersi sul dissenso russo. Da tempo corrono voci di golpe a Mosca, ma ora si alimentano perché starebbe crescendo in Russia l’insoddisfazione delle élite verso Putin, i cui piani di guerra si sono rivelati inadeguati. Non c’è stata alcuna rapida conquista dell’Ucraina. Le truppe, sopravvalutate, hanno perso migliaia di uomini, forse più della guerra in Afghanistan e in Cecenia, e almeno 7 generali. Gli ucraini, sottovalutati, ma invece fortemente motivati, addestrati e riforniti di armi moderne dalla NATO, hanno opposto una resistenza inattesa.
Secondo il giornale finanziario londinese City AM, ufficiali di alto livello dell’FSB e degli altri servizi GRU e FSO, il cosiddetto gruppo Silovski, starebbero preparando un colpo di Stato. Putin sarebbe “molto preoccupato” e ha rafforzato la sicurezza dentro e attorno al Cremlino. Secondo il giornalista investigativo russo Andrei Soldatov, fondatore del sito Agentura, questo è un segnale molto importante. Esperto di sevizi segreti russi, Soldatov aveva realizzato uno scoop lo scorso 11 marzo rivelando che dopo appena due settimane di guerra Putin aveva fatto arrestare alcuni capi dell’FSB. Il 24 marzo un altro quotidiano inglese, The Times, aveva rilanciato le confidenze sulla crescente rabbia di molti agenti segreti russi contro Putin, agli occhi dei quali la guerra in Ucraina appariva come “un fallimento completo“. A fare tali rivelazioni all’attivista per i diritti umani Vladimir Osechkin, era stata una ‘gola profonda’ dell’Intelligence.
Ue, embargo al gas russo?
Ma se Mosca piange l’Europa non ride. Si va verso l’embargo al gas e petrolio russo, mossa che potrebbe accelerare la fine della guerra in Ucraina bloccando l’afflusso di circa 1 miliardo di euro al giorno che dai paesi Ue giunge nelle casse di Mosca. Secondo la giornalista Milena Gabanelli la ricaduta economica di questa scelta in Occidente sarebbe altissima. I prezzi del gas raddoppierebbero in pochi mesi. L’inflazione volerebbe. La crescita del Pil quasi si azzererebbe. Centinaia di migliaia di lavoratori finirebbero disoccupati.
Notizie di guerra arrivano in queste ore dalla Transcarpazia, regione del Sud-Ovest dell’Ucraina, al confine con l’Ungheria, la Romania, la Slovacchia e la Polonia, dove anche i mutilati si sono arruolati per combattere. La sera del 3 maggio un missile russo si è abbattuto proprio in questa zona. Fonti militari di Kiev sottolineano come sia la prima volta dall’inizio dell’invasione russa che il nemico colpisce la Transcarpazia. L’invasione rimane concentrata nelle regioni orientali dell’Ucraina, ma ora Mosca prende di mira anche le aree occidentali. L’obiettivo è colpire i flussi di armi che arrivano dai paesi NATO. A Nord, nella Bielorussia ‘sorella’ della Russia, le forze armate hanno avviato esercitazioni militari. I test, comunicano i bielorussi, “non rappresentano alcuna minaccia ai paesi confinanti né all’Europa in generale“. Di fatto però appaiono essere proprio questo.
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