La definizione di “Ferrari dell’Abbigliamento” (cit. la Repubblica, n.d.r.) è probabilmente quella che meglio ritrae Domenico Vacca. Un avvocato di successo che si trasforma in un creativo di altrettanta fama. Passando per una borsa iconica – che si chiama Julie bag amata dalle star – inventata 20 anni fa. E che forse ha dato il là alla nascita del primo negozio a marchio Domenico Vacca sulla prestigiosa Fifth Avenue di New York.
Il direttore di VelvetMAG ha incontrato a Roma nell’ ultimo dei suoi store, aperto in controtendenza in piena pandemia quando la moda sceglieva l’e-commerce. Da Piazza di Spagna dopo il successo riscosso a New York in primis, come ad Hollywood, Broadway e in tutti gli States, ha portato la sua visione del lusso, del Made in Italy e della sartorialità nel mondo. Da Doha a Londra, passando per il Messico e Mosca. In Italia non siamo ancora ai livelli dei 1600 mq sulla 55esima Strada e Fifth Avenue: tra galleria d’arte, club privato, hair stylist e ben 30 appartamenti arredati dallo stesso Domenico Vacca. Ma “l’ambasciatore del lusso italiano negli Stati Uniti”, come lo ha definito il New York Times ha molti progetti e tanto cinema e tv da conquistare e vestire.
Intervista esclusiva Domenico Vacca
Partiamo dall’ultima splendida “fatica”: ti abbiamo visto con tua moglie Eleonora Pieroni, accompagnare sul red carpet del Festival di Cannes Forest Withaker. Raccontaci la tua esperienza alla Croisette.
Esperienza straordinaria per molte ragioni. Cannes è il festival più internazionale e importante al mondo, è il cinema internazionale, è la sua vetrina più importante. Il suo red carpet è magico ed abbagliante per il numero incredibile di fotografi e televisioni che vi partecipano, vestire un mostro sacro, vincitore di un Oscar, quest’anno vincitore della Palma d’Oro alla Carriera e attore che ha aperto ufficialmente il Festival del Cinema di Cannes 2022 come Forest Whitaker è una gran bella soddisfazione per me e per il mio brand …se poi Forest ti invita ad accompagnarlo sul red carpet e alla cerimonia di apertura del festival … vivi un’esperienza di quelle che racconterai ai tuoi figli e … ai tuoi nipoti.
La grande notorietà del brand Domenico Vacca è innegabilmente legata alla fortuna da costumista per il cinema americano, come tanti VIP ‘pesantissimi’. Un elenco infinito: Al Pacino, Denzel Washington, Dustin Hoffman, Harrison Ford, Bill Clinton, Glenn Close, Jodie Foster, Diane Keaton, Scotty Pippen.
Raccontaci degli aneddoti e quello che hai creato per loro?
Gli aneddoti sono tanti. Con Dustin Hoffman ero a Chicago sul set di un film dove avevo realizzato i suoi costumi e gli stavo mostrando il suo guardaroba per il film quando a un certo punto indossa uno dei look che avevamo creato per il suo personaggio e mi chiede di seguirlo. Inizia a dirmi delle frasi che non avevano senso con la nostra conversazione precedente e mi chiede di seguirlo in … bagno. Lì inizia a fare quello che doveva fare continuando a dirmi delle frasi. Usciamo dal bagno e mi dice: “costume is great” il costume, abito, camicia, scarpe, cravatta erano perfetti.
Vado alla prima del film e vedo una scena in cui era in bagno con Will Farrell, altro grande attore, …praticamente quel giorno io ero Will Farrell e lui stava provando le frasi della scena per vedere se il costume che avevo creato per lui lo aiutava a entrare nel personaggio.
I costumi, infatti aiutano gli attori a entrare nel personaggio, e per me è una grande soddisfazione ed è un bel challenge, perché leggendo il copione dobbiamo capire il personaggio e …’vestirlo‘.
Invece dove sono presenti le creazioni Domenico Vacca per il cinema e la tv italiana?
Siamo agli inizi. Vestiamo Francesco Scianna e Laura Morante nella seconda stagione della serie di Gabriele Muccino A casa tutti bene”. Stiamo valutando altri progetti, ma purtroppo il budget in Italia per film e serie televisive è limitatissimo, quasi inesistente.
In uno dei momenti peggiori pochi mesi fa per Roma come imprenditore hai deciso di fare un passo in controtendenza: aprire uno store con vista su Piazza di Spagna. Che messaggio voleva lanciare Domenico Vacca?
Che la vita continua, che Roma è una città bellissima che diventerà sempre più internazionale e che dopo vent’anni di successi internazionali era il momento che ci fosse una boutique Domenico Vacca anche in Italia, e che ci si concentrasse di nuovo in Italia sulla qualità, sull’eleganza nella moda soprattutto nel Paese che dagli Anni ’80 ne è stato il simbolo.
Per l’inaugurazione dello store romano hai realizzato una limited edition della tua borsa più iconica, quella adorata da Ivana Trump. Ci racconti come scarpe, valigeria e profumi potenziano un brand del lusso?
Il concetto è che se i tuoi clienti amano il tuo marchio vogliono che la tua creatività esprima anche uno stile di vita; poi se amano la tua creatività, il tuo stile vogliono averlo nei loro armadi, nelle loro case, quando si vestono per andare al lavoro, a una cena, in vacanza … noi li seguiamo o meglio, anticipiamo i loro desideri. Il segreto sta qui: materializzare i desideri di eleganza e lusso del pubblico.
A Roma vuoi ripetere il modello del flagship store che hai creato sulla Fifth Avenue a New York?
Per ora la nostra boutique a Roma è una chicca, intima, quasi un salotto, gli amici passano, i clienti si fermano per un caffè e per fare shopping, ma soprattutto per apprezzare la qualità delle nostre collezioni, organizziamo anche piccoli eventi culturali, invitiamo amici a presentare un libro, a parlare di temi di attualità. E facilissimo trovare nel nostro negozio di Roma un amico regista americano e uno italiano, un attore di Hollywood e uno di cinecittà, un senatore, un musicista, un pittore, giornalisti, c’è sempre qualcuno interessante che ci viene a trovare. Non ci si annoia mai.
Vista la grande esperienza commerciale estera – sei negozi negli States, la sua seconda casa, Doha, Mosca, anni da Harrods a Londra – vogliamo sapere se è più facile promuovere e vendere il lusso e il meglio del Made in Italy italiano fuori o qui da noi?
Assolutamente più facile venderlo fuori dall’Italia. All’estero il Made in Italy ha ancora il fattore WOW, come dicono gli americani, affascina, meraviglia, sorprende, fa innamorare, gli italiani hanno perso un po’ l’interesse per la moda, per la moda di qualità, vivono ormai in jeans, sneakers e capi in nylon. La sfida è riportare in Italia l’attenzione del cliente sulla qualità dei capi, dei materiali, sullo stile italiano, sul Made in Italy, su capi che durano e non sulla fast fashion. Sui capi, come i nostri, realizzati per davvero da sarti e sarte esperte e italiani, i migliori al mondo.
Da avvocato di successo per Baker & McKenzie a direttore creativo del brand Domenico Vacca. Come si passa dall’indossare il colletto bianco a realizzarlo?
Si decide di smettere di lavorare e vivere una vita seguendo le proprie passioni e i propri sogni. Da 25 anni non lavoro più, seguo le mie passioni e dando sfogo alla mia creatività 16 ore al giorno.
Possiamo dire che la tua ossessione creativa è il valore del Made in Italy, il fatto a mano sapientemente, per cui hai vinto due volte il riconoscimento del Robb Report Magazine per la migliore collezione italiana e il premio per la miglior collezione di cravatte al mondo il Premio Margutta per la Moda e tanti altri riconoscimenti.
Si sono ossessionato dal Made in Italy. Mia nonna Sabina Orciuolo Di Bari aveva un atelier ad Andria, in Puglia dagli Anni ’20, ho respirato sin da piccolo aria di sartoria, penso sia nel mio DNA, il New York Times mi ha definito “l’ambasciatore del Made in Italy negli Stati Uniti”, un titolo di cui vado fiero. Sono molto legato all’Italia, a quello che c’è di buono in questo Paese, anche se mi considero un cittadino del mondo.
Quali sono i punti di forza del brand Domenico Vacca? Quanto hanno contribuito la sartorialità pugliese e napoletana a connotarti?
Ci contraddistingue la qualità dei materiali, l’artigianalità dei nostri sarti, il gusto e lo stile italiano. La sartoria napoletana è stata determinante: tre amici passeggiamo sul lungomare di Napoli ogni giorno godendosi il panorama del Golfo, due di loro fanno lavori ‘tradizionali’, del terzo non sanno nulla, i due amici chiedono al terzo: “ma tu che lavoro fai?”; il terzo risponde: “io vesto” inteso come la mia unica attività è vestirmi bene. Questo aneddoto per me riassume tutta la sartoria napoletana, la figura del gagà, la persona che dedica la sua giornata a vestirsi, con gusto, con stile, sintetizza l’italian style e quanto è, forse era, spero lo sia ancora, importante per i napoletani vestirsi bene.
Sono stati i napoletani a inventare un modo di vestirsi sartoriale fatto di qualità e di stile, di eleganza. Noi pugliesi abbiamo fatto lo stesso, come in tutto il Sud Italia dove ancora si dedica parte del proprio tempo a ‘vestirsi’, noi come Domenico Vacca abbiamo preso i dettami e lo stile della sartoria napoletana e gli abbiamo resi internazionali e portati in giro per il mondo.
Al netto della spola continua tra gli Usa e l’Italia in cui ti accompagna la tua splendida moglie, attrice e indossatrice di successo, Eleonora Pieroni, a cosa stai lavorando per il futuro?
Abbiamo detto della nostra prima boutique in Italia a Roma, a Piazza di Spagna. Stiamo lanciando in distribuzione le nostre collezioni uomo-donna in tutta Italia e poi in Europa, stiamo per iniziare la ristrutturazione di un palazzo del 1400 sul porto di Trani, in Puglia che diventerà il primo albergo Domenico Vacca in Italia. Stiamo lanciando una linea casa e sto scrivendo un libro sulla mia vita, fino ad ora. Tutto per far sì che tanti possano sognare e realizzare i propri sogni come ho fatto io.
Chi è Domenico Vacca
Imprenditore, avvocato, fondatore e direttore creativo del marchio del lusso Domenico Vacca. Ha sposato l’attrice Eleonora Pieroni. Pugliese di nascita, nativo di Andria, si laurea in Giurisprudenza all’Università degli Studi di Bari Aldo Moro con il massimo dei voti e la lode. Riserva con il grado di tenente della Guardia di Finanza, perfeziona i suoi studi negli States: alla Georgetown University di Washington in Diritto Internazionale e alla New York University il Master of Laws. Ha poi tenuto lezioni presso l’Università degli Studi di Bari, la New York University di New York, la Link University, e dal prossimo anno accademico alla UNIT University di Roma.
Dieci anni da avvocato presso Baker & Mckenzie – quattro dei quali a Milano e sei a New York – rappresenta clienti come Reebok, Levi’s, Goldman Sachs, Lockeed Martin, Tod’s, Genny, Byblos, Ermenegildo Zegna, Versace, Hugo Boss, Malo, Testoni, RAI, l’Istituto per il Commercio Estero. E seguendo l’Istituto di Cultura Italiano a New York – con il sostegno dell’allora Direttore Furio Colombo – fonda la rivista Italia Magazine. Allo stesso tempo fonda i Made In Italy Awards, premi assegnati alle eccellenze italiane negli Stati Uniti.
Premi e riconoscimenti di Domenico Vacca
Premio Margutta per la Moda (2018), Premio Four Seasons Eccellenza Italiana, Premio Apulia Best Company Award, Man of The Year, Boy’s and Girl’s Association of America, Premio Pugliesi nel Mondo (2017), Italy on Screen Award for Italian Excellence in the United States, Riconoscimento Eccelenza Italiana nel Mondo dalla Associazione Interparlamentare Italia/Azebaigian del Senato della Repubblica Italiana. Best of the Best Award come migliore collezione moda italiana dalla prestigiosa rivista americana Robb Report per due anni consecutivi.
Socio del prestigioso Friars Club di New York, è anche Socio Onorario per meriti umani, professionali e culturali dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro. Medaglia di San Nicola della Regione Puglia.