“Se mi accostano a Totò e a Eduardo a me sta benissimo: sono loro che si offendono.” L’umiltà mista al talento possono dare luogo a qualcosa di unico: e questo era Massimo Troisi. Un artista a tutto tondo che, all’infuori di ogni retorica, ha riscritto la comicità, sempre a modo suo. Partendo proprio dai capisaldi, dalla tradizione che in Totò ed Eduardo (De Filippo, n.d.r.) vede alcuni tra i ‘mostri’ sacri, fino a diventare lui stesso un esempio, non solo nell’arte. Perché Massimo Troisi è soprattutto un simbolo di forza, che trascende i limiti del corpo, spentosi – troppo presto – quel 4 giugno 1994, all’età di 41 anni. Non prima di averci regalato il suo ultimo, eterno, capolavoro: Il Postino.
Massimo Troisi aveva ancora tanto da dare
“Era una persona che aveva fame di vita. Era come se sapesse di avere un tempo che poteva scadere da un momento all’altro. Io gli ho voluto molto molto bene.” Con queste parole sul prestigioso palco del Teatro Ariston, Ornella Muti ha recentemente ricordato Massimo Troisi, con cui ha condiviso l’esperienza sul set di Il viaggio di Capitan Fracassa. Nell’artista di San Giorgio a Cremano, che oggi 19 febbraio avrebbe spento solo 69 candeline, c’era infatti quell’insieme di malinconica consapevolezza, unita all’inconfondibile ironia e al desiderio di verità, filtrate attraverso il comun denominatore della napoletanità. Voce, mimica, espressività: tutto in lui gridava Napoli.
Accompagnata alla risata istintiva, inoltre, vi era sempre una riflessione, che rimandava a un livello più alto. Grazie a Massimo Troisi nacque infatti la figura archetipica dell’antieroe napoletano, la vittima dei tempi moderni. Il crescente individualismo, le nuove ideologie, ma anche il femminismo: nelle sue pellicole, divenute pietre miliari della settima arte, ha raccontato e interpretato con sguardo attento una società in continua trasformazione. Talvolta, anticipando incredibilmente i tempi (come, d’altronde, solo i grandi sanno fare).
È il caso esemplare del suo esordio sul grande schermo, scritto, diretto e interpretato da lui: Ricomincio da tre (1981). Dopo il successo conseguito con il trio comico La Smorfia (esperienza condivisa al fianco di Lello Arena e Enzo Decaro), Il Pulcinella senza maschera ci ha regalato un racconto di grande modernità con il suo debutto cinematografico. Gaetano (Troisi) e Marta (Fiorenza Marchegiani) intrattengono infatti una relazione, sebbene ragazza abbia una storia anche con un altro ragazzo. Al termine della pellicola, rimarrà incinta e, pur non sapendo chi sia il padre, deciderà di comune accordo con Gaetano, di crescere il bambino insieme. Perché, in fondo, “Quando c’è l’amore c’è tutto“… “No, chell’ è ‘a salute!”
Il Postino che ricorderemo per sempre: l’omaggio della sua città natale
Nel settembre 1994 esce postumo, nelle sale italiane, il suo ultimo grande capolavoro: Il Postino. Interpretato e sceneggiato dallo stesso Massimo Troisi, il film conquista anche gli States, ricevendo ben 5 nomination ai Premi Oscar – due delle quali all’artista di San Giorgio a Cremano, come Miglior Attore e Miglior Sceneggiatura Non Originale. The New York Times chioserà sull’interpretazione del Pulcinella senza maschera: “Troisi dà al suo personaggio una verità e una semplicità che significa tutto.”
E proprio nelle vesti del Postino, la sua natia San Giorgio a Cremano ha deciso di ricordarlo, rendendogli un ultimo omaggio. Proprio oggi, in occasione di quello che sarebbe stato il suo 69esimo compleanno, è stata svelata la statua in bronzo, a grandezza naturale, raffigurante l’artista nei panni di Mario Ruoppolo con l’immancabile bicicletta. L’opera è stata posizionata nella piazza che porta già il suo nome, davanti al murales dedicato all’artista qualche anno fa.
Oltre al sindaco Giorgio Zinno, sono stati presenti anche Bruno Cesario, Pietro De Martino e il vicesindaco Eva Lambiase. E proprio il primo cittadino della località partenopea ha affermato: “Come ogni anno San Giorgio a Cremano intende celebrarlo continuando a dedicargli spazi e monumenti in città, affinché si possa sentire vivo e costante l’affetto e il forte legame che unisce la comunità sangiorgese al suo grande artista.”
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